Una cosmoAgonia
Un giorno il nostro universo va da un altro universo, che è il suo dottore, e gli dice: “Ho questo prurito costante, non doloroso ma piuttosto fastidioso, in fondo alla gola”. L’universo dottore gli fa fare delle analisi. Dalle analisi risulta che, nel corpaccione dell’universo, nella via lattea, c’è un pianeta, la terra, infestato di vita. “Vede”, dice l’universo dottore al nostro universo, “tutti gli altri pianeti sono in buona salute, ma questo pianetino qui è tutto coperto di vita, guardi, ci sono già dei dinosauri”. “È pericoloso?”, chiede il nostro universo. “Per ora no”, risponde l’universo dottore, “ma potrebbe diventarlo: se non interveniamo subito eliminando la vita da questo pianeta, quella potrebbe espandersi su altri pianeti, e poi altri, e poi altri ancora, e lei potrebbe morire di questa infezione”. Il nostro universo impallidisce un po’. L’universo dottore si affretta a proseguire, mentre scrive veloce su un foglietto: “Ma non tema, è una cosa abbastanza comune, di solito basta bombardare il pianeta infestato con questi cortico-asteroidi e il problema si risolve”. L’universo dottore stacca la ricetta dei cortico-asteroidi e la porge al nostro universo dicendogli: “Prenda questi a ore pasti per un mese e poi faccia queste analisi di controllo”. Il nostro universo ringrazia ed esce dallo studio del dottore, si reca in farmacia, acquista i cortico-asteroidi, li prende per un mese a ore pasti, si sente meglio, ma dalle analisi di controllo risulta che si, i dinosauri sono spariti, però ci sono ancora vegetali e altre forme di vita. “Mi spiace”, dice l’universo dottore, “dev’essere una forma un po’ resistente. Però non si preoccupi, c’è questa nuova tecnica che funziona nella stragrande maggioranza dei casi asteroidoresistenti come il suo, si tratta di modificare geneticamente una specie vivente abbastanza aggressiva con le altre e con sé stessa, così che diventi molto più intelligente delle altre; questa specie di scimmie, che una volta geneticamente modificate chiamiamo uomini, in breve tempo – circa due mesi – porta l’ecosistema del pianeta al collasso e gli dà poi il colpo di grazia con un’ultima guerra tra quelle che chiamiamo nazioni, così da eliminarsi ed eliminare al contempo tutto il resto del vivente dalla faccia della terra”.
Una cosmogonia
Un giorno la nostra universa fa un test di gravidanza e, con grandissima gioia, scopre di essere incinta: un pianetino della via lattea, la terra, è già coperto di vita, che tra sette anni si sarà evoluta e diffusa su tanti e tanti altri pianeti, che formeranno così un nuovo universo, che la nostra universa partorirà attraverso un suo buco nero. La nostra universa torna a casa. Non ha un universo compagno a cui annunciare che è incinta: l’universo padre si è involato dopo averla messa incinta. Erano d’accordo così: lei voleva un universo figlio, lui le piaceva abbastanza ma non tanto e del resto lui non voleva storie serie e lei non ne voleva una con lui. E però lei un compagno lo vorrebbe. E una sera si innamora di un universo per bene, ricco e famoso. E un mese dopo gli dice che è incinta, e lui la prende malissimo, ne nasce un alterco pesante, lei fa per andarsene da casa di lui, gli dice “Non voglio vederti mai più!”, lui urla “Tu non vai da nessuna parte!”, la spinge da dietro, lei cade in avanti sul pianerottolo, poi si rialza e scappa e torna a casa.
Il giorno dopo la nostra universa fissa un appuntamento per un esame di controllo, una settimana dopo va a ritirare i risultati, c’è un problema: uno sciame di asteroidi, deviato dalla botta conseguente alla caduta sul pianerottolo, ha colpito la terra, la prima cellula del suo nuovo universo, e la vita sul pianeta è piuttosto malmessa. “Però non è scomparsa”, dice l’universo dottore che le sta mostrando i risultati dell’ecografia, “e ci sono buone probabilità che si riprenda”. La nostra universa pensa prima di uccidere l’universo per bene, ricco e violento; poi di denunciarlo; poi lascia perdere, perché quell’universo è ricchissimo e in tribunale vincerebbe.
Un mese dopo, al successivo controllo, tutto sembra essersi sistemato, e c’è già sulla terra una forma di vita, una specie, che sta evolvendo una grande intelligenza e sembra quindi promettere bene per la diffusione della vita su altri pianeti e quindi la formazione dei tessuti del nuovo universo di cui la nostra universa è incinta.
Ma l’universo per bene, ricco e violento, corrompe un altrettanto meschino universo, barista, e per suo tramite avvelena la nostra universa, con l’intenzione di farle perdere l’universo figlio: il veleno mette in contatto gli umani con l’universo per bene, ricco e violento, e li spinge ad adorarlo come un dio; gli umani diventano molto aggressivi tra loro e con le altre specie, ogni umano diventa uno schiavista-schiavizzato, l’universo per bene, ricco e violento, li sta mettendo sulla strada dell’estinzione della vita tutta sul pianeta, loro compresi.
All’esame di controllo successivo, l’universo medico rileva dalle analisi questa situazione degli umani, ma non è in grado di risalire alle cause; si limita a prescrivere alla nostra universa una medicina che modifica alcune piante sulla terra permettendo agli umani che le assumono di mettersi in contatto con la nostra universa…
Un’altra cosmogonia
L’umanità, allo stato attuale – soprattuttissimamente ricconi e potentoni dell’industria del fossile, di quella agricola e dell’allevamento, ecc. – sta devastando la vita sul pianeta, ma sarebbe anche l’unica specie con il potenziale per espanderla su altri pianeti e connetterla con altra vita già esistente o portata lì da noi, cosa che – anche se forse non dovrebbe interessarci punto – magari sarebbe positiva anche per l’universo, per esempio se corrispondesse ad attivare nuovi neuroni e connetterli con nuove sinapsi nella psiche di un universo bambino; ma prima ovviamente l’umanità dovrebbe imparare a non distruggere qui, soprattuttissimamente i ricconi e potentoni di cui sopra, che siccome però non fanno altro che distruggere, andrebbero eliminati.