Antefatto: ero ancora in analisi, dal ’96 mi pare: 4 incontri a settimana. Avevo 25 anni, ora ne ho 45. Avevo detto alla mia analista che con un amico, F., sarei andato a Genova per partecipare alle manifestazioni contro il G8. L’intenzione era di andare il 19 luglio, il giorno del corteo dei migranti, e fare 19, 20 e 21. Non ricordo cosa disse lei di questo progetto, probabilmente niente (facevo analisi “classica”, “freudiana”, steso sul lettino con lei alle spalle, spessissimo non diceva niente su quel che dicevo e raccontavo), ma quando le chiesi esplicitamente “Lei ci sarà?” mi rispose “Ah io no!” con un tono da “Fossi matta!” che mi dette fastidio. Tempo dopo seppi che suo marito, anche lui analista freudiano, col quale lei condivideva appartamento e studio nello stesso palazzo, era andato a Genova con un gruppo organizzato di psicologi, anche con pazienti mi pare.
Non ricordo per che motivo, non partiamo il 19 mattina ma la mattina seguente, il 20. Il corteo dei migranti del 19 è stato bello partecipato e tranquillo, e noi siamo abbastanza tranquilli. Del viaggio di andata ricordo solo che col mio amico ci sedemmo per caso in un vagone su cui la maggioranza delle persone erano del centro sociale Vittoria, che allora (forse anche adesso) stava in via Muratori a Milano. Ricordo che a un certo punto un compagno del Vittoria ci dette delle mascherine leggere, tipo le FFP1 di adesso, “per difendervi dai gas, facile che ci saranno”. Per il resto situazione nostra, mia e del mio amico, che mi pare di ricordare un po’ tesa, emozionata, ma in chiave di presa bene.
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