Il messaggio evangelico è mafioso, patriarcale e imperialista: ci vuole l’Internazionale socialista

Nonostante ci trovi anche alcune cose che mi piacciono, per quello che ne è arrivato a me dopo aver letto il solo vangelo secondo Matteo e qualche stralcio degli altri (che comunque sono letture che sono contento di aver fatto), trovo che il messaggio evangelico nel suo insieme sia del tutto antirivoluzionario, perché i vangeli “canonici” subordinano il “grande cambiamento”, il cambiamento rivoluzionario, al ritorno, “alla fine dei tempi”, di dio e di chi quel messaggio avrebbe espresso per conto suo siccome figlio suo, Gesù, compresi i tanti precetti al subire sempre le prepotenze.

Riassumendolo, quel messaggio è: “voi in vita dovete subire sempre le angherie degli egoisti e dei prepotenti, se volete meritare una condizione migliore dopo la morte e dopo l’apocalisse violentissima che solo io e il mì babbo, iddio, possiamo agire, e che agiremo a un certo punto, e poi di nuovo dovremo agire un’ultima volta dopo mille anni di regno comunque migliore, per mandare gli egoisti e i prepotenti all’inferno per sempre e perché voi poi possiate poi vivere per sempre al sicuro sotto la nostra protezione, in quella condizione migliore che solo subendo sempre, per parte vostra, le loro angherie in vita, potrete meritare; e quella condizione migliore sarà la totale sottomissione a noi e la beata contemplazione del nostro potere, che allora sarà assoluto ed eterno”.

Riassumendolo ulteriormente è: “continuate a subire e subite sempre dagli egoisti e dai prepotenti, perché solo questo vi renderà meritori della nostra benevolenza e della nostra protezione quando noi, che siamo gli unici che possono farlo, li sbaraglieremo una prima e una seconda volta e così conquisteremo il potere assoluto ed eterno”; e insomma, pur assomigliandoci tantissimo, è una logica peggio che mafiosa, e totalmente patriarcale, e totalmente imperialista, che non ha niente a che vedere con quella che è la mia idea di democrazia diretta, ovvero di anarchia – che non m’illudo potrà mai essere la pace e l’uguaglianza e la libertà perfette, nemmeno dopo l’internassionala suppergiù così che dovremmo fare per salvare noi e le generazioni future della nostra e di tante altre specie dai dolori dell’estinzione o di una decimazione di entità mai vista prima; ma penso sarebbe, dopo un po’ di assestamento… abbastanza buona :)

«It’s revolution or death»: Part 1 and Part 2 transcriptions

It’s revolution or death
Part 1: Short Term Investments
[video]

[Text overlaid on video]
subMedia and Peter Gelderloos present
It’s revolution or death
Part 1: Short Term Investments

Things aren’t like they used to be.

[Voiceover]
I mean, aside from a few wingnuts, people recognize that things are bad, climate change is real.
They’re doing something about it.
Yes.
Those in power are taking it seriously.
Every year, green investment and green energy production have been growing.
Thanks to proactive initiatives by politicians and policy makers around the world, and conscientious investment by major funds and companies like Blackrock, BP, and Tesla.
Every year the Conference of the Parties holds a summit to define the next steps needed to reach a carbon neutral economy and meet the goals set in the Paris Agreement of not exceeding 1.5C of global warming.
Global investment in clean energy grew to $1.7 trillion in 2023, the highest level yet.
From 2010 to 2021 renewable energy production in the US has doubled.
In 2022, the major economies of the world made renewed commitments to green energy.
The US government passed the Inflation Reduction Act, leading to $110 billion in private investments in clean energy manufacturing in one year alone, as well as a 52% increase in the sale of electric vehicles.
China added 160 Gigawatts of capacity to its renewable energy production, and the European Union added 50 Gigawatts to its capacity in wind and solar photovoltaic energy.
So things are getting better, right?
Right?
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Citazioni da «La vita inaspettata» di Telmo Pievani, e una piccola critica

Da La vita inaspettata,
di Telmo Pievani


Oggi su quegli altri quattro quinti della storia della vita sappiamo molto di più. Ma il messaggio che ci restituisce il tempo profondo è spiazzante, perché scopriamo anzitutto che l’evoluzione nelle sue prime fasi ha probabilmente preferito molto più l’associazione della competizione.

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