Racconto ottimista

Un aereo di medie dimensioni, con a bordo una trentina di persone, ha un’avaria. Il pilota riesce a fare un atterraggio di emergenza in un deserto, si salvano tutti. C’è un po’ di acqua e di cibo sull’aereo, e un po’ ne hanno con sé alcuni dei passeggeri. Parlando tra loro realizzano ben presto che il cibo che hanno nell’insieme, a spartirlo equamente, basterebbe per tutti sia per aspettare i soccorsi, che arriveranno tra tre giorni, sia per arrivare al centro abitato e rifornito più vicino; ma l’acqua, anche se la dessero tutta a uno solo tra loro, non gli basterebbe per arrivare al paesino, e per restare vivi fino all’arrivo dei soccorsi basterebbe solo se la spartissero tutta tra una decina di persone al massimo, e le altre accettassero di non berne e quindi di morire prima. Il pilota ha una pistola e cento pallottole. Gino, che ha novant’anni, dice: «Facciamo così: l’acqua la spartiscono equamente tra loro le dieci persone più giovani, e ciascuna delle altre venti si spara in testa». Alla fine, dopo un po’ di discussione, fanno così.

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